C'è solo un modo per rimediare al male, ed è combatterlo con lo stesso male.
Uomini hanno vissuto per pensare e altri non hanno potuto farlo per essere stati costretti alla sola incombenza di sopravvivere.
Erano il bianco e il nero, due categorie estreme, in mezzo alle quali si stendeva una serie impressionante di sfumature di grigio.
La fortuna, la fiducia, l'amore: tutta roba cieca. Poi, quando si è costretti ad aprire gli occhi, ci si accorge di come in realtà va il mondo.
Ho sofferto per sopportare una percentuale del fumo delle tue sigarette. Per avere una percentuale del mio denaro dovrai soffrire perlomeno altrettanto.
Il tragico mistero buffo della vita era poi in fondo solo quello: continuare a inseguire qualcuno che non ci ama, inseguiti da qualcuno che non amiamo.
Mai si fa il male così a fondo e così allegramente quando lo si fa per obbligo di coscienza.
I mali che non si avvertono sono i più pericolosi.
Se alcuno si truova che per natura sia inclinato a fare piú volentieri male che bene, dite sicuramente che non è uomo, ma bestia o mostro, poi che manca di quella inclinazione che è naturale a tutti gli uomini.
Chi non conosce il male non ne sospetta alcuno.
Correre qua e là non ti servirà a niente: tu vai in giro con le tue passioni, i tuoi mali ti seguono.
Il bene è positivo. Il male è puramente privativo, non assoluto: è come il freddo, che è la privazione del caldo. Tutto il male non è che morte o non-entità. La benevolenza è assoluta e reale.
C'è chi non ha mai fatto male solo perché non ne ha avuta l'occasione.
A raccontare i propri mali, spesso vi si porta sollievo.
Imparando a conoscere i mali della natura, si disprezza la morte; imparando a conoscere quelli della società, si disprezza la vita.
In fondo è facile sopportare i propri mali, basta un po' di forza d'animo; i mali insopportabili sono quelli, spesso apparentemente ingiusti, che toccano agli altri.