L’affermazione propone una visione disturbante e provocatoria dell’amore, presentandolo come una forza che, nella sua forma più radicale, non riconosce limiti morali o sociali. Quando il sentimento si fa totalmente disinteressato, spogliato di calcolo, utilità o riconoscimento, diventa qualcosa che sfugge alle norme condivise e si pone ai margini della società. L’idea di giustificare anche ciò che è unanimemente considerato inaccettabile indica una potenza quasi assoluta, capace di trasformare il giudizio etico. L’amore viene descritto come esperienza che, se vissuta fino in fondo, può spingersi oltre il consentito e il dicibile, rompendo i legami con la convenzione e la rispettabilità. In questa prospettiva, l’amore non è più consolazione o armonia, ma eccesso, scandalo, dismisura. La sua purezza coincide con l’inadeguatezza al mondo, con una sorta di follia lucida che non cerca approvazione, non teme il biasimo, non si piega a nessun codice esterno, generando inevitabilmente sospetto, isolamento e condanna.