La pazienza ha i suoi limiti. Portala all'estremo, ed è codardia.
La concentrazione si sposa alla pazienza, alla capacità di attendere. Si tratta di leggere il mondo come un libro, compenetrandosi con esso. Sentirlo nelle ossa e interpretarne i segnali, fino a trovare l'attimo, l'unico in cui colpire efficacemente.
Prenderò le mosse lontano da me stesso; poiché nessuno dovrebbe descrivere la propria vita se non sente di possedere la pazienza, prima di datare la propria esistenza, di commemorare almeno una buona metà degli avi.
Le virtù cristiane della pazienza e della rassegnazione sono le massime virtù dell'imbecillità umana.
C'è un limite oltre il quale la sopportazione cessa di essere una virtù.
Con la pazienza si rende più tollerabile ciò che non si riesce a correggere.
La pazienza è una forma ridotta di disperazione, travestita da virtù.
La pazienza è una risposta ferma nei confronti dell'avversità che poggia su un carattere saldo che non si lascia turbare né da difficoltà esterne, né interne.
Pazienza e perseveranza sono qualità essenziali per il successo e la realizzazione finale, per ogni cosa per cui valga la pena sforzarsi.
Per quanto una situazione possa sembrare disperata, c'è sempre una possibilità di soluzione. Quando tutto attorno è buio non c'è altro da fare che aspettare tranquilli che gli occhi si abituino all'oscurità.
La pazienza non può essere coltivata nell'isolamento: è infatti una qualità che può nascere solo in un contesto di interazione con gli altri, soprattutto altri esseri umani.