L'ordine porta a tutte le virtù! Ma che cosa porta all'ordine?
Come va? - disse un cieco a uno zoppo - Come vede - rispose lo zoppo.
I filosofi (i cosiddetti re del mondo) in realtà sono soltanto i lustrascarpe della posterità.
Tutto và imparato non per esibirlo ma per adoperarlo.
Un problema: cosa è più difficile, pensare o non pensare? L'uomo pensa per istinto, e chi non sa quanto sia difficile reprimere un istinto? I piccoli spiriti, dunque, non meritano il disprezzo in cui s'incomincia a trattarli in tutti i paesi.
Non sarà mai possibile dimostrare che noi siamo l'opera di un essere supremo e che non siamo stati, piuttosto, messi insieme per passatempo da un essere molto imperfetto.
L'ordine è il piacere della ragione: ma il disordine è la delizia dell'immaginazione.
Ma noi non vogliamo la violenza, o la vendetta! Noi vogliamo l'ordine. Noi siamo i novelli crociati. E dobbiamo infondere coraggio ai nostri giovani! Loro aspettano soltanto un segno da noi! E allora diamoglielo, questo segno!
L'Ordine o lo si ride dal di dentro o lo si bestemmia dal di fuori; o si finge di accettarlo per farlo esplodere, o si finge di rifiutarlo per farlo rifiorire in altre forme; o si è Rabelais o si è Cartesio.
Mi dicono pignolo, come in Italia chiamano chiunque faccia il proprio dovere.
Nella sua fase iniziale e solida, la modernità è stata vissuta come una lunga marcia verso l'ordine.
C'è un ordine che produce bellezza e vita, e un disordine da cui provengono deformità e morte.
La legge è ordine, e una buona legge significa un ordine giusto.
Con l'ordine esteriore si cerca sempre di mascherare un disordine interiore.
Gli uomini d'intelletto, educato al culto della Bellezza, conservano sempre, anche nelle peggiori depravazioni, una specie di ordine.
Il governo dell'uomo da parte dell'uomo, sotto qualsivoglia nome si mascheri, è oppressione; la più alta perfezione della società si trova nell'unione dell'ordine e dell'anarchia.