Vivere, in generale, vuol dire essere in pericolo.
Anche l'anima deve avere le sue determinate cloache nelle quali far defluire la sua immondizia; a ciò servono persone, relazioni, classi, o la patria oppure il mondo oppure infine, per i più boriosi, il buon Dio.
Una bella donna ha qualcosa in comune con la verità: entrambe danno più felicità quando si desiderano che quando si posseggono.
Una donna può stringere legami di amicizia con un uomo, ma per mantenerla, è forse necessario il concorso d'una leggera avversione fisica.
L'amore e l'odio non sono ciechi, bensì accecati dal fuoco che covano dentro.
Quel che noi facciamo. Quel che noi facciamo non è mai compreso, ma sempre soltanto lodato e biasimato.
Se vivere senza cercare ciò che si è rappresenta un accecamento soprannaturale, è ben terribile vivere male credendo in Dio.
Per vivere con onore bisogna struggersi, battersi, sbagliare e ricominciare da capo e buttare via tutto, e di nuovo ricominciare e lottare e perdere eternamente.
Non c'è motivo di credere che uno sia vissuto a lungo perché ha i capelli bianchi o le rughe: non è vissuto a lungo, ma è stato al mondo a lungo.
Ognuno è cosmo tessuto di caos e bellezza. E vivere è esercitarsi a dominare quegli oceani interiori che ci generano e ci minacciano.
Vivere significa sempre lanciarsi in avanti, verso qualcosa di superiore, verso la perfezione, lanciarsi e cercare di arrivarci.
Vivi per essere la meraviglia e l'ammirazione del tuo tempo.
Vivere è come amare: tutte le ragioni sono contro, tutti i sani istinti sono a favore.
Vivere è la lotta, il rischio, la tenacia.
La condanna degli esserti mortali, o forse il loro dono, è questo: bisogna vivere senza capire.
Muoversi, vivere, non pensare!