Credere al progresso non significa credere che un progresso ci sia già stato.
Da un certo punto in avanti non c'è più modo di tornare indietro. È quello il punto al quale si deve arrivare.
Tu sei destinato a un grande lunedì! ben detto, ma la domenica non finisce mai.
Uno dei primi segni che cominciamo a capire è il desiderio della morte. Questa vita ci sembra insopportabile, un'altra irraggiungibile.
La nostra arte è un essere abbagliati dalla verità: vera è la luce sul volto che arretra con una smorfia, nient'altro.
Questa vita appare insopportabile, un'altra irraggiungibile. Non ci si vergogna più di voler morire; si chiede di essere portati dalla vecchia cella, che si odia, in una nuova, che presto si imparerà a odiare.
Il progresso umano ha liberato il pensiero, ma allo stesso tempo ha incrementato l'angoscia di questo pensiero che si ritrova solo con se stesso, solo e libero. Da qui il malessere, mal di vivere che un tempo solo le menti eccezionali conoscevano, e che oggi coinvolge intere folle.
Non sempre quello che viene dopo è progresso.
Non vi è miglior prova del progresso della civiltà che quella del progresso della cooperazione.
L'essenza del progresso è la decadenza. Progredire è morire perché vivere è morire.
Dal progresso delle scienze dipende in modo diretto il progresso complessivo del genere umano. Chi frena il primo frena anche il secondo.
Ogni progresso è basato sull'universale desiderio, innato in ogni organismo, di vivere meglio di quanto consentano le sue entrate.
Il progresso è innegabile. Ora anche gli ignoranti sono laureati.
Ogni progresso è dovuto agli scontenti. Le persone contente non desiderano alcun cambiamento.
Il progresso della civiltà si misura dalla vittoria del superfluo sul necessario.
La grandezza di una nazione e il suo progresso morale si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali.