Credere al progresso non significa credere che un progresso ci sia già stato.
Tutto è in gioco. Voi vedete più di me. Io sono nelle mie stanze, ma so che il tempo si fa sempre più grigio e torbido. Questa volta abbiamo un autunno più che mai triste.
Come un sentiero d'autunno: appena è tutto spazzato, si copre nuovamente di foglie secche.
L'unica capace di giudicare è la parte in causa, ma essa, come tale, non può giudicare. Perciò nel mondo non esiste la vera possibilità di giudizio, ma solo un riflesso.
Un libro deve essere un'ascia per il mare ghiacciato che è dentro di noi.
Prima non capivo perché la mia domanda non ottenesse risposta, oggi non capisco come potessi credere di poter domandare. Ma io non credevo affatto, domandavo soltanto.
C'è vero progresso solo quando i vantaggi di una nuova tecnologia diventano per tutti.
Il progresso umano ha liberato il pensiero, ma allo stesso tempo ha incrementato l'angoscia di questo pensiero che si ritrova solo con se stesso, solo e libero. Da qui il malessere, mal di vivere che un tempo solo le menti eccezionali conoscevano, e che oggi coinvolge intere folle.
Dolorosissimo ritratto del progresso: un leone, abituato alla cattività e restituito alla savana, si mette ad andare su e giù come davanti alle sbarre.
Il progresso è impossibile senza cambiamento e chi non può cambiare idea non può cambiare nulla.
Il progressista guarda sempre avanti. Anche se non vede niente.
Il progresso della civiltà si misura dalla vittoria del superfluo sul necessario.
La nostra miserabile specie è fatta in modo tale che quelli che camminano sulle vie battute gettano sempre pietre contro quelli che insegnano vie nuove.
Il progresso importuna la natura e dice di averla conquistata. Ha scoperto morale e macchine per portar via la natura alla natura e all'uomo; e si sente al sicuro in una costruzione del mondo tenuta insieme dall'isterismo e dai comfort.
Un altro fatto che attesta grandemente il progresso umano della nostra età è l'avvicinamento dell'aristocrazia al popolo.