Nulla è più raro della genuina bontà.
Ciò che sembra generosità, spesso non è che un'ambizione mascherata, che disdegna i piccoli interessi per volgersi ai più grandi.
Nella gelosia c'è più egoismo che amore.
L'amore, se lo si giudica dalla maggior parte dei suoi effetti, assomiglia più all'odio che all'amicizia.
La fortuna ci corregge di parecchi difetti, di cui non saprebbe correggerci la ragione.
Si tradisce più spesso per debolezza che per deliberato disegno di tradire.
La bontà vera è, non debolezza, ma forza. L'uomo debole è solo buono in apparenza.
Il malvagio pensa sempre a sé, il buono qualche volta agli altri: il più buono è l'innamorato.
La bontà è l'unico investimento che non fallisce mai.
Bontà e ragione non sono nella natura, ma esistono in noi con i quali il caso si diverte; ma possiamo essere più forti del caso e della natura, anche se solo per pochi istanti.
Per esser buoni, però, bisogna essere a posto davanti a Dio, davanti al prossimo e davanti a noi stessi.
Il mio apostolato deve essere quello della bontà.
Chi non ha vera grandezza d'animo non può avere bontà; può avere soltanto bonomia.
La bontà è più facile da riconoscere che da definire.
Ammettere la bontà al di fuori di sé, significa accettare che non siamo noi i giudici delle cose: se abbiamo ricevuto la vita, non ne siamo padroni.
L'uomo è buono finché gli conviene.