L'amore dell'altro, amore sincero e profondo e via via sempre più disperato, viene così usato per rafforzare se stessi fino al punto in cui non si avrà più bisogno di lui. Questo è in sostanza il vero «disinnamoramento».
— Francesco Alberoni
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La nostra interpretazione
L’amore si trasforma in una forza che si esercita su se stesso. Questo processo non è semplicemente una fine, ma un mutamento interno. L’altro diventa un mezzo per un fine personale, un strumento per raggiungere un equilibrio interiore. La disperazione non è un’emozione passiva, ma un’azione deliberata. L’amore diventa un’arma per difendersi, un’arma che si impugna con l’idea di poterlo lasciare. La fine non è un evento esterno, ma un’evoluzione interna. L’altro non è più un’entità a sé, ma un riflesso di se stesso. La disperazione non è un sentimento, ma una scelta. Il disinnamoramento non è un atto di abbandono, ma un atto di autoaffermazione. L’amore finito non è la perdita, ma il mutamento. L’altro non è più necessario, ma non è mai veramente dimenticato. La fine non è una conclusione, ma un inizio. L’amore finito è una forma di libertà, un’autoaffermazione attraverso l’abbandono. Questo processo non è spontaneo, ma deliberato. L’altro non è più un’entità esterna, ma un riflesso interno. L’amore finito è una forma di crescita, una trasformazione del sé attraverso la separazione.
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