Le libertà sono tutte solidali. Non se ne offende una senza offenderle tutte.
Il famoso "si vis pacem para bellum" non è che un giuoco di parole da oracolo di Delfo. Torniamo, signori, al senso comune, che dice: "si vis pacem para pacem.
Le catastrofi politiche non vengono se non siano in qualche modo consentite o volute.
La ferocia dei moralisti è superata soltanto dalla loro profonda stupidità.
Le nostre carceri sono fabbriche di delinquenti o scuole di perfezionamento dei malfattori.
La violenza è un metodo di lotta inferiore, brutale, illusorio soprattutto, figlio di debolezza, fonte di debolezza, malgrado, anzi in ragione dei suoi effimeri trionfi.
La libertà esiste se esistono uomini liberi; muore se gli uomini hanno l'animo di servi.
Nessun uomo ha avuto dalla natura il diritto di comandare sugli altri. La libertà è un dono del cielo e ogni individuo della stessa specie ha il diritto di fruirne non appena è dotato di ragione.
La libertà comincia dall'ironia.
Si può essere felici della propria libertà perché quando diventa pericolosa si trova rifugio nei doveri.
Nessuno può essere libero se costretto ad essere simile agli altri.
La somma di libertà individuale che un popolo può conquistare e conservare dipende dal grado della sua maturità politica.
Il cammino verso la libertà non è facile in nessun luogo.
Essere liberi non significa solo spezzare le proprie catene. Significa vivere rispettando e valorizzando la libertà degli altri.
La libertà, dono di natura nobilissimo, e proprio unicamente degli esseri intelligenti o ragionevoli, conferisce all'uomo questa dignità, di essere "in mano del suo consiglio" ed avere intera padronanza delle sue azioni.
Chi vive nella libertà ha un buon motivo per vivere, combattere e morire.