Il denaro abbellisce.
Nella notte del giardino, sei gitane, vestite di bianco, ballano. Nella notte del giardino, incoronate, con rose di carta e visnaghe. Nella notte del giardino, i denti perlacei scrivono l'ombra bruciata. E nella notte del giardino, le loro ombre si allungano, e raggiungono il cielo violacee.
Che dolcezza infantile nella mattinata tranquilla! C'è il sole fra le foglie gialle e i ragni tendono fra i rami le loro strade di seta.
Dalla grotta escono lunghi singhiozzi. (Il viola sul rosso). Il gitano rievoca paesi remoti. (Torri alte e uomini misteriosi). Nella voce rotta vanno i suoi occhi. (Il nero sul rosso). E la grotta imbiancata trema nell'oro. (Il bianco sul rosso).
La poesia non cerca seguaci, cerca amanti.
Sono i soldi che fanno venire delle idee.
Sono stati i Fenici a inventare il denaro. Ma perché così poco?
Sono l'unica persona che conosco che è riuscita a perdere un quarto di un miliardo di dollari in un solo anno è qualcosa che ti forma il carattere.
Le cose più preziose della vita non sono quelle che si comprano col denaro.
Chi non abbia altro che quattrini è un povero diavolo.
Non mi piacciono gli assegni. Ho più l'impressione di comprare se pago con i soldi.
La base de tuto.
Il denaro è una maledizione quando non se ne ha abbastanza.
C'è una sola classe, nella società, che pensa al denaro più dei ricchi, ed è quella dei poveri. I poveri non riescono a pensare ad altro.
Non esiste fortezza tanto forte che il denaro non la possa espugnare.