L'autunno negli occhi, l'estate nel cuore, la voglia di dare, l'istinto di avere, e tu... tu lo chiami amore e non sai che cos'è, e tu... tu lo chiami amore e non ti spieghi il perché.
— Fabrizio De André
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La nostra interpretazione
Uno sguardo attraversato dall’autunno suggerisce una maturità venata di malinconia, il presagio di qualcosa che finisce o cambia. Allo stesso tempo, nel cuore arde ancora un’estate piena di slancio, calore, desiderio di vivere e di donarsi. Questo contrasto interiore racconta la condizione di chi si trova sospeso tra il bisogno di dare e l’istinto di trattenere, tra generosità emotiva e impulso al possesso. La relazione affettiva che ne deriva è confusa: si usa la parola “amore”, ma manca la consapevolezza profonda di ciò che davvero significhi. Ci si aggrappa a un’etichetta rassicurante senza comprendere se si tratta di vero sentimento, di abitudine, di bisogno di riempire un vuoto o di paura della solitudine. L’incomprensione del perché si provino certe emozioni rivela una fragilità interiore, un cuore che cerca un senso e un nome alla propria inquietudine. In questo vuoto di consapevolezza nasce un sentimento ambiguo, in bilico fra desiderio sincero di donarsi e bisogno istintivo di avere, incapace di trovare una forma limpida e adulta.
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