È l'amore un'arte? Allora richiede sforzo e saggezza.
Viviamo in un mondo di cose e il nostro unico legame con loro è che sappiamo come manipolarle o consumarle.
L'atto di disubbidienza, in quanto atto di libertà, è l'inizio della ragione.
Vivere significa nascere a ogni istante. La morte subentra quando il processo della nascita cessa.
Chissà se un felice momento d'amore o la gioia di respirare o camminare in un chiaro mattino e l'odorare l'aria fresca, non valga tutta la sofferenza e lo sforzo che la vita implica.
L'incapacità di agire spontaneamente, di esprimere quel che veramente si sente e si pensa, è la conseguente necessità di presentare uno pseudo io agli altri e a se stessi, sono la radice del sentimento di inferiorità e di debolezza.
La più alta saggezza di vita non cerca di azzerare la contraddizione ma di raggiungere la serenità all'interno e al di là di quella.
La fine della saggezza è sognare cose così elevate da perdere il sogno nella ricerca di esse.
Né amare né odiare: questa è la metà di ogni saggezza. Nulla dire e nulla credere è l'altra metà. Certo però si volgeranno volentieri le spalle a un mondo che rende necessarie norme come questa.
Ne' giovani troppa saviezza è mal segno.
Il saggio non nega e non afferma, non si esalta e non si abbatte, non crede né all'esistenza di Dio, né alla sua inesistenza. Il saggio non ha certezze, ha solo ipotesi più o meno probabili.
Un uomo saggio terrà i suoi sospetti alla museruola, ma li terrà svegli.
Le parole sono i gettoni dei saggi, che non fanno i conti con essi, ma sono i soldi degli sciocchi.
Se il matto persistesse nella sua follia, andrebbe incontro alla saggezza.
Nella ragione non c'è amore, mentre ce n'è molto nella saggezza.
Chi è saggio non parla mai di ciò che non può tramutare in azione.