E io ti dico, un dolore disperato è privo di passione.
Ti amo fino agli estremi di profondità, di altura e di estensione che l'anima mia può raggiungere, quando al di là del corporeo tocco i confini dell'Essere e della Grazia Ideale.
Ti amo col respiro, i sorrisi, le lacrime dell'intera mia vita! E, se Dio vuole, ancor meglio t'amerò dopo la morte.
Ti amo entro la sfera delle necessità quotidiane, alla luce del giorno e al lume di candela.
Ti amo liberamente, come gli uomini che lottano per la Giustizia.
Disperare è il più grande dei nostri errori.
Le sue disperazioni mi suonano troppo puntuali.
Non ci sono situazioni disperate, solo persone che sono disperate per la situazione.
La maggioranza degli uomini vive in quieta disperazione.
Il tempo non è poi questo gran male, dopotutto. Basta usarlo bene, e si può tirare qualsiasi cosa, come un elastico, finché da una parte o dall'altra si spacca, e eccoti lì, con tutta la tragedia e la disperazione ridotta a due nodini fra pollice e indice delle due mani.
Tutto era diventato nuovamente completamente realistico, e cioè completamente senza speranza.
La disperazione è la parte inferiore di qualcosa che, per affondare, deve prima arrampicarsi.
È sperare la cosa più difficile. La cosa più facile è disperare, ed è la grande tentazione.
Essere compiaciuti dei propri limiti è una condizione disperata.
Così è la disperazione, come una preghiera senza destinatario.