Il sapere tende a farsi vedere. Se lo si tiene segreto, deve vendicarsi.
Finché può, la massa accoglie in sé ogni cosa; ma proprio perché accoglie ogni cosa, essa si disgrega.
Tutte le religioni soffrono del fatto che i predicatori possano parlare a lungo e soddisfatti di sé. Così le loro parole diventano sempre più lontane e scaldano la loro vanità, anziché penetrare nel cuore di chi ascolta.
D'improvviso i risorti, in tutte le lingue, accusano Dio: il vero Giudizio Universale.
L'uomo sazio si imbatte senza alcuna emozione negli affamati.
La vecchiaia, quando è degna di questo nome, dovrebbe portare il meglio.
Sapere, a volte sconcerta e spesso sconsiglia.
Sa poco chi dice a sua moglie tutto quello che sa.
Il vero sapere è essenzialmente armonia.
Il più semplice scolaro sa oggi verità per le quali Archimede avrebbe sacrificato la vita.
Noi crediamo di sapere qualcosa delle cose stesse, quando parliamo di alberi, colori, neve e fiori e tuttavia non disponiamo che di metafore delle cose, che non esprimono in nessun modo le essenze originarie.
La nostra ricchezza muore con noi, poiché l'abbiamo tutta nella nostra testa e nessuno potrà sottrarcela, a meno che non ci taglino la testa e allora non ci occorre più nulla.
Quello che si sa ha un doppio valore se al tempo stesso si confessa di non sapere quello che non si sa.
L'uomo che è pessimista prima di avere 48 anni sa troppo; dopo, se è un ottimista, sa troppo poco.
Sapere dove andare e sapere come andarci sono due processi mentali diversi, che molto raramente si combinano nella stessa persona.
Costui crede di sapere mentre non sa; io almeno non so, ma non credo di sapere. Ed è proprio per questa piccola differenza che io sembro di essere più sapiente, perché non credo di sapere quello che non so.