La cosa più dura: tornare sempre a scoprire ciò che già si sa.
Chi ha troppe parole non può che essere solo.
Dio fu un errore. Ma è difficile stabilire se fu commesso troppo presto o troppo tardi.
La distinzione fra potere e forza è anche evidente in una sfera del tutto diversa: quella della devozione religiosa, nelle sue molteplici sfumature.
L'uomo migliore non sarebbe colui che ha meno bisogni, bensì colui che, per mezzo di ciò di cui ha bisogno, regala di più.
Insopportabile una vita di cui si sa troppo.
Lo specialista è colui che sa sempre di più su sempre di meno, fino a sapere tutto di niente.
Il vero sapiente è colui che sa di non sapere.
Il più certo modo di celare agli altri i confini del proprio sapere, è di non trapassarli.
Quanto più già si sa, tanto più bisogna ancora imparare. Con il sapere cresce nello stesso grado il non sapere, o meglio il sapere del non sapere.
Val meglio l'ignoranza che un sapere affettato.
Se sapere poco è pericoloso, dov'è l'uomo che sa tanto da essere fuori pericolo?
Quel che ho imparato, non lo so più. Il poco che so ancora, l'ho intuito.
La nostra ricchezza muore con noi, poiché l'abbiamo tutta nella nostra testa e nessuno potrà sottrarcela, a meno che non ci taglino la testa e allora non ci occorre più nulla.
Se un uomo è onesto come scienziato, la proporzione fra quanto crede di sapere e quanto crede di non sapere varia sempre a suo discapito. E più si diventa vecchi se si cerca sinceramente la verità più si sa che non si sa niente e che ci sono tante cose che si vorrebbero sapere.