Un indomabile impulso lo traeva senza requie, da un oceano all'altro.
L'uomo sul momento non se ne accorge neanche e non sospetta ma lei sì e in quel momento stesso sale invincibile sul trono, incominciando il delizioso gioco di farlo impazzire.
Sapeva che quella era la sua maledizione e la sua condanna, ma proprio per questo, forse, non trovava la forza di staccarsene. E nessuno a bordo scorgeva il mostro, tranne lui.
Guardava dinnanzi a sé i parchi, i campi, i boschi, le montagne, le misteriose montagne. Vendetta, che inutile cosa.
Fra miliardi di secoli, la sofferenza e la solitudine di mia mamma, provocate da me, esisteranno ancora. Ed io non posso rimediare. Espiare soltanto.
Sono così triste che le montagne più di me non le si può amare.
Mi piace ingaggiare le persone basandomi sull'istinto e non su ciò che hanno fatto in passato.
In una società in cui è concesso solo ai maschi l'istinto e alle femmine il calcolo culturale sul proprio residuo d'istinto di sopravvivenza chiamato sentimento, non c'è che povertà, viltà, meschinità relazionale.
L'ingegno è fatto per un terzo di istinto, un terzo di memoria, e l'ultimo terzo di volontà.
Meglio affidarsi all'istinto, come mi hanno insegnato Balzac e Tolstoj e come mi ha ripetuto Freud: il sesso non è tra le gambe, ma nel cervello, il giudizio morale non esiste, siamo tutti buoni e cattivi, casti e perversi.
Per poter conoscere l'indole dei popoli non conviene paragonarli nei momenti normali ma quando, sciolti da ogni freno, si trovano in assoluta balia del loro istinto.
Vorrei sorvolare le montagne più alte del mondo come fanno gli uccelli durante le loro migrazioni. Loro non hanno maschera, ossigeno, GPS; hanno tutto nel loro istinto. Un istinto che sono convinto abbiamo anche noi se lo addestriamo bene.
L'istinto di ferocia bestiale si celava in fondo alla sua sensualità possente.
I saggi sono istruiti dalla ragione; le menti comuni dall'esperienza; gli stupidi dalla necessità; e i bruti dall'istinto.
L'imbonimento consumistico e il mito della bella vita hanno legittimato la gratificazione delle pulsioni e l'Es non deve più scusarsi. Dei suoi desideri, o dissimularne la portata. Ma questo stesso condizionamento ha reso intollerabili il fallimento e la sconfitta.
Noi giochiamo il senso della nostra vita ad un tavolo dove sono presenti i nostri istinti sotto forma delle icone che li rappresentano: Eros, il signore dei desideri; Narciso, l'amore verso di sé; il Caso, la fatalità; Edipo, la trasgressione. E infine la Morte.