Amor, che al cor gentil ratto s'apprende, prese costui della bella persona che mi fu tolta; e il modo ancor m'offende. Amor, che a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m'abbandona.

Dante Alighieri
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La nostra interpretazione

L’amore viene descritto come una forza inevitabile, che nasce spontaneamente nei cuori nobili e sensibili. Non è frutto di calcolo o volontà, ma un moto immediato, quasi naturale, che scocca alla vista della bellezza amata. Questa forza non si limita a un’attrazione superficiale: si radica profondamente, abbraccia l’intera persona e continua a vivere anche quando la presenza fisica viene strappata via dalla morte o dalla separazione. Da un lato vi è la memoria dolorosa del distacco, che continua a ferire; dall’altro, l’impossibilità di spegnere il sentimento, che rimane tenace e fedele oltre ogni limite terreno. L’amore appare inoltre come legge universale: chi è autenticamente amato non può fare a meno di amare a sua volta. Non si tratta di un semplice scambio emotivo, ma di una sorta di necessità interiore che rende l’amore reciproco in modo quasi fatale. La persistenza del legame, anche in una condizione di sofferenza e di perdita, rivela la sua natura assoluta: un vincolo che supera il tempo, il corpo e le circostanze, e che conserva la sua purezza persino nel dolore, trasformandolo in una dedizione senza fine.

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