Una storia del gusto non può prescindere da un trattato sulla suggestione.
La vita non è un romanzo, lo so... lo so. Ma solo lo spirito del romanzo può renderla vivibile.
Si torna naturalmente al trucido feuilleton del Grande Magazzino dove finzione e realtà copulano allegramente.
Se oggi l'uomo non mangia più l'uomo, è unicamente perché la cucina ha fatto dei progressi!
La vita è ricca di premi di consolazione.
Si immagini da qualche parte in un romanzo, questo la aiuterà a lottare contro la paura.
Il gusto di un popolo non precede mai il genio, ma di continuo gli zoppica dietro.
L'amicizia fa amare la vita, l'amore dà gusto alla morte.
Non stipulo accordi per i soldi. Ne ho già abbastanza, molti di più di quanto possano servirmi. Lo faccio solo per il gusto di farlo.
Sembra esserci quasi un desiderio generale di denigrare la capacità, di sottovalutare il lavoro e di sminuire le prestazioni di coloro che hanno solo il genio, l'arguzia e il gusto di consigliarlo.
Io sono un democratico convinto che ha, sì, i suoi gusti, ottimi, ma tiene conto però del diritto al cattivo gusto altrui, e credo che nessuno, io compreso e quindi neppure Dio, debba avere licenza di volere il mondo a sua immagine e somiglianza.
Il gusto rinascimentale, come quello medievale e, retrodatando ancora, quello romano antico, avevano infatti elaborato un modello di cucina basato principalmente sull'idea dell'artificio e sulla mescolanza dei sapori.
De' cinque sensi, vedere, uldir, odorato sono di poca proibizione, tatto e gusto no.
Saper accordare cose di cattivo gusto, ecco il colmo dell'eleganza.
Bisogna intendere che le virtù umane sono come i gusti: questi in tanto son gusti, in quanto son rimedii o cessazioni di mali; quelle in tanto paion virtù, in quanto son rimedii o cessazioni di vizii.
I gusti sono la moneta spicciola dell'amore.