L'attenzione precisa ai fatti è una necessaria premessa di democrazia.
L'ambiguità è un pretesto dei deboli, per attribuire al mondo la loro incapacità di discernere, come un daltonico che accusasse l'erba e i papaveri di avere i colori indistinguibili.
Viaggiare è una scuola di umiltà, fa toccare con mano i limiti della propria comprensione, la precarietà degli schemi e degli strumenti con cui una persona o una cultura presumono di capire o giudicano un'altra.
Bisogna anzitutto imparare a rispettare anche ciò che non si riesce ad amare; capire che il valore e i diritti di una persona non dipendono dai sentimenti che proviamo per essa.
La chiarezza morale permette di vivere a fondo la vita, di guardarla in faccia.
La menzogna è pesante, chi ne abusa può trovarsela al piede come una palla di piombo.
Un fatto è come un sacco: vuoto, non si regge. Perché si regga, bisogna prima farci entrar dentro la ragione e i sentimenti che lo han determinato.
I fatti s'insinuano non soltanto nella storia, ma usurpano il dominio della fantasia e invadono il regno del romanticismo. Tutto s'agghiaccia al loro contatto. Essi rendono volgare l'umanità.
Se si vuol mettere qualcuno di fronte al fatto compiuto, il fatto non si verificherà.
Un fatto vale un mondo di promesse.
I fatti preesistono. Noi li scopriamo, vivendoli.
Se è un miracolo, ogni tipo di testimonianza sarà sufficiente; ma se è un fatto, la prova è necessaria.
C'è chi nasconde i fatti anche a se stesso perché ha paura di dover cambiare opinione.
Prima raccogli i fatti, così in seguito potrai distorcerli come ti pare.
Un fatto, anche il più modesto, conta più di una montagna di ipotesi.
I fatti non cessano di esistere solo perché noi li ignoriamo.