La poesia qualcosa vale, credetemi. Impedisce di impazzire del tutto.
Ogni uomo è un poeta.
È Natale da fine ottobre. Le lucette si accendono sempre prima, mentre le persone sono sempre più intermittenti. Io vorrei un dicembre a luci spente e con le persone accese.
Secoli di poesia e siamo sempre al punto di partenza.
L'incertezza della conoscenza non è diversa dalla sicurezza dell'ignoranza.
Io so che una notte in qualche camera da letto presto le mie dita scivoleranno tra morbidi capelli puliti canzoni che nessuna radio trasmette tutte tristezza, sogghignando in cascata.
Nella musica e nell'actus tragicus della Passione secondo Matteo di Bach, ritrovo ancor oggi la quintessenza di ogni poesia e di ogni espressione artistica.
La poesia degli antichi era quella del possesso, la poesia dei moderni è quella dello struggimento.
Nella sciattezza linguistica in cui viviamo c'è bisogno della poesia, che ha la funzione di avvicinarsi all'assoluto. In questo mercato generale delle parole, la parola poetica diventa un assoluto.
Scrivere poesie non è difficile. Difficile è viverle.
Un poeta che legge i suoi versi in pubblico può avere altre abitudini infami.
Sulle stelle dipingerei una poesia di Benedetti con un sogno di Van Gogh e una canzone di Serrat sarebbe la serenata che offrirei alla luna.
Il poeta non dorme mai ma in compenso muore spesso.
La poesia benefica di per sé, la poesia che di per sé ci fa meglio amare la patria, la famiglia, l'umanità, è, dunque, la poesia pura, la quale di rado si trova.
Poesia potrebbe anche definirsi: la fiducia di parlare a se stessi.
La poesia non nasce da le regole, se non per leggerissimo accidente; ma le regole derivano da le poesie: e però tanti son geni e specie di vere regole, quanti son geni e specie di veri poeti.