Chi l'arco non tende del proprio intelletto ad un unico scopo, nulla colpisce.
Massimo segno della fine, è il principio.
Un libro indegno di essere letto una seconda volta è indegno pure di essere letto una prima.
Chi molto dice, pensa poco.
Dicono che la filosofia è la medicina dell'anima. Ammettiamolo. Ma insieme, ammettendone anche le sue conseguenze, diremo che la filosofia come la medicina è per i malati e non per i sani. Come la medicina poi è un veleno e ogni veleno, se in breve quantità, giova, in grande uccide.
S'impara spesso dai ricchi a fare il pitocco.
Anche se il risultato della filosofia è semplice, non può esserlo il metodo per arrivarci. La complessità della filosofia non è quella della sua materia, ma del nostro intelletto annodato.
Nella pacatezza dello sguardo degli animali parla ancora la saggezza della natura; perché in essi la volontà e l'intelletto non si sono ancora distaccati abbastanza l'uno dall'altro per potersi, al loro reincontrarsi, stupirsi l'uno dell'altra.
E quando la mente riappare, quando la memoria riprende a funzionare, quando l'intelletto si impadronisce di nuovo del tuo essere, l'esperienza è già tramontata.
Sento che la musica deve toccare le emozioni prima, e l'intelletto poi.
L'unico modo per rafforzare l'intelletto è quello di non decidere niente riguardo a nulla, di lasciare che la mente sia una strada percorribile da tutti i pensieri.
L'uomo di intelletto superiore è forse colui che è più intensamente egoista.
Fa a volte bei versi, ma li fabbrica con la macchina dell'intelletto... Ma anche l'intelletto suo è disorganico, frammentario. È un dilettante dell'intelligenza.
C'è una strada che va dagli occhi al cuore senza passare per l'intelletto.
Gli intellettuali non risolvono le crisi, ma le creano.
L'intelletto distingue fra il possibile e l'impossibile. La ragione distingue fra il sensato e l'insensato. Anche il possibile può essere insensato.