La mia vita è la storia di un'autorealizzazione dell'inconscio.
Non sappiamo niente dell'uomo, molto poco. La sua psiche dovrebbe essere studiata perché siamo l'origine di tutti i mali che esistono.
Essere vecchi è estremamente impopolare. Non ci si rende conto che il "non poter invecchiare" è cosa da deficienti, come lo è il non poter uscire dall'infanzia.
Perfino le persone più care non sono la meta e il fine della ricerca d'amore, ma simbolo della nostra anima.
Nessuno cede alla suggestione a meno che non desideri, nel profondo del suo cuore, conformarsi ad essa.
Il parlare è spesso un tormento per me e ho bisogno di molti giorni di silenzio per ricoverarmi dalla futilità delle parole.
Aveva del resto un inconscio bisogno di amare senza speranza per potersi poi compiangere, per la voluttà di un doppio intenerimento, verso una bella creatura e verso se stesso.
Se l'aldilà fosse un'apertura improvvisa dell'inconscio, per i più sarebbe l'inferno.
Allora seppi per la prima volta perché le donne amano case e stanze più dei loro mariti. Per prima cosa, le donne preparano il nido per la discendenza. Con inconscia malizia avviluppano l'uomo in una rete inestricabile di piccoli doveri quotidiani, ai quali egli non sfuggirà più.
Scrutiamo le case abbandonate chiedendoci che vite le abitava, perché la nostra è sufficiente appena, ne mescoliamo inconsciamente il senso; siamo gli attori ingenui sulla scena di un palcoscenico misterioso e immenso.
Ogni pensiero che viene trasmesso al subconscio con regolarità e con abbastanza convinzione, viene alla fine accettato.
L'inconscio è una forza potente, ma non infallibile. Non sempre il nostro computer interno è un raggio di luce che illumina all'istante la «verità».
Noi ci costringiamo a non percepire il nostro abisso. Eppure, per tutta la vita, non facciamo altro che guardare giù, al nostro abisso fisico e psichico, pur senza percepirlo.
Il mio inconscio conosce più cose sulla coscienza dello psicologo di quanto la sua coscienza conosca del mio inconscio.
L'inconscio è quel capitolo della mia storia che è segnato da un vuoto o occupato da una menzogna: è il capitolo censurato.
Non ho mai avuto un'educazione musicale, bensì una sorta di conoscenza inconscia, che mi fornisce una percezione di qualcosa che, pur non conoscendo, capisco.