La violenza è il frutto del desiderio.
Come può l'inquieto, che è spossato da fame, sete e mortificazioni e la cui mente non si regge per lo sforzo, raggiungere quel risultato che la mente deve raggiungere?
Come un lago profondo, calmo e trasparente, così sereni divengono i saggi, che hanno ascoltato la verità del dharma.
La morte non deve essere temuta da coloro che vivono con saggezza.
Beati i pacifici che, evitando malizia, orgoglio e ipocrisia, praticano la compassione, l'umiltà e l'amore.
È più importante impedire a un animale di soffrire, piuttosto che restare seduti a contemplare i mali dell'Universo pregando in compagnia dei sacerdoti.
C'è una grande striscia di violenza in ogni essere umano. Se non viene incanalata e compresa, sfocerà in guerra o in follia.
Cosi la violenza, come la debilità dello spirito, hanno spesso un effetto medesimo: la sterilità.
Fate l'amore invece di impugnare quel coltello, la violenza è stata sempre il metodo di chi non ha cervello.
Niente carcere preventivo per stupratori di gruppo e per stalker. L'unico posto sicuro per le donne sarà la galera.
L'anima attraversa momenti di estrema violenza; sente la forza schiacciante del nemico e la sua congenita debolezza.
Non sempre la violenza è sinonimo di malvagità. Ciò che è malvagio è l'infatuazione per la violenza.
La violenza è la ragione di chi ha torto.
I bambini esposti a violenza domestica mostrerebbero gli stessi cambiamenti al livello cerebrale dei veterani di guerra.
Troppa debolezza o troppa violenza nuociono: bisogna congiungere fermezza alla moderazione.
Vorrei sopportare tutte le umiliazioni, tutte le torture, l'ostracismo assoluto e anche la morte, per prevenire la violenza.