La morte non deve essere temuta da coloro che vivono con saggezza.
L'estinzione è la suprema felicità.
La gentilezza dovrebbe diventare il modo naturale della vita, non l'eccezione.
Gli sciocchi aspettano il giorno fortunato. Ma ogni giorno è fortunato per chi sa darsi da fare.
Nella mente ha origine la sofferenza; nella mente ha origine la cessazione della sofferenza.
L'odio non cessa con l'odio, in nessun tempo; l'odio cessa con l'amore: questa è la legge eterna.
La morte ti viene incontro: la dovresti temere se potesse rimanere con te: ma necessariamente o non è ancora arrivata o passa oltre.
Morire significa separarti non solo da quello che eri, ma anche da quello che non hai potuto diventare. Quest'ultimo aspetto della morte è il più inquietante.
Pare impossibile; ma c'è al mondo certa gente che riesce a morire, sebbene non sia mai stata viva.
I fatti sono cocciuti, la morte il più cocciuto dei fatti.
Vivere nuoce gravemente alla salute.
I poeti danno molta importanza alla morte e alle afflizioni esteriori, ma le sole tragedie sono le sconfitte dell'anima e l'unica epopea è l'ascesa trionfante dell'uomo verso la divinità.
La morte naturale non esiste: ogni morte è un assassinio. E se non si urla, vuol dire che si acconsente.
Solo per la morte noi siamo insostituibili.
Anche se non hanno voce, i morti vivono. Non esiste la morte di un individuo. La morte è una cosa universale. Anche dopo morti dobbiamo sempre rimanere desti, dobbiamo giorno per giorno prendere le nostre decisioni.
Ah, che vuol dir morire! Nessuno, nessuno si ricordava più di me, come se non fossi mai esistito...