La regola è questa: se è gialla resta a galla, se è marrone tiri lo sciacquone.
Anche i romanzi gialli che vogliono solo divertire, e per ciò cercano di evitare complicazioni sociologiche, infine raccontano una società che sarà falsa, ma che corrisponderà alla società nella quale lo scrittore è nato e gli ha dato una cultura: la cultura del disimpegno.
Leggere le pagine dei quotidiani siciliani è, purtroppo spesso, assai più appassionante di un romanzo giallo.
Il giallo è fortemente radicato, per tradizione prima e per scelta poi, nel mondo che il romanzo racconta e per questo muta col mutare della società nella quale è ambientato.
Questo è il club di Teddy KGB. Non lo trovate sulle pagine gialle.
Sono partito con l'idea che il romanzo giallo (o noir) fosse un romanzo di dissenso. Mi guardo attorno e cerco dove sia il dissenso.
Una volta Italo Calvino scrisse a Leonardo Sciascia che era praticamente impossibile ambientare una storia gialla dalle nostre parti essendo la Sicilia, disse pressappoco così, prevedibile come una partita a scacchi.
Sole giallo, continua a bruciare, terra selvaggia e saggia, continua a girare.
È molto più divertente e più facile la fantasia. Ti porta dove vuole lei. Tu scopri le cose man mano che vai avanti.
L'evoluzione è caratteristica del romanzo giallo. Perciò resiste al tempo.
E tu dici ancora che non parlo d'amore, batte in me un limone giallo, basta spremerlo!