È consolazione per i disgraziati aver avuto compagni di sventura.
La superstizione sembra stabilire che è buono quel che procura Tristezza e, viceversa, cattivo quel che procura Gioia.
La migliore costituzione per qualsivoglia potere, si comprende facilmente a partire dal fine dello stato civile: che non è niente altro che la pace e la sicurezza della vita.
La sostanza che intendiamo essere per sé sommamente perfetta e nella quale non concepiamo assolutamente nulla che implichi un qualche difetto o limite di perfezione, si chiama Dio.
Le cose che per accidente sono causa di speranza o di paura si chiamano buoni o cattivi presagi.
La superstizione è sostenuta esclusivamente dalla speranza, dall'Odio, dall'ira e dall'inganno, dato che essa trae la sua origine non dalla ragione, ma dalla sola sensibilità e per di più da una appassionata sensibilità.
In ogni avversità della sorte la condizione che genera più infelicità è l'essere stati felici.
"Non può succedere qui" è la numero uno nella lista delle ultime parole famose.
Mi è capitato di credere che la miseria attiri miseria e che le persone felici evitano la sfortuna degli altri.
Non esiste un uomo più disgraziato di colui che non ha mai sofferto.
Colui che è veramente colpito dalla mala sorte non si deve aspettare alcuna partecipazione da parte del suo prossimo. Le disgrazie vere fanno scappare la gente.
Cara Concettina, io sto molto inguaiato e così spero che sia anche di te.
Se tu abbia un amico, o solo uno che tale si dice, te lo chiarirà la sventura.
Ma perché dare al sole, perché reggere in vita chi poi di quella consolar convenga? Se la vita è sventura, perché da noi si dura?
Le sorprese, come le sfortune, raramente vengono da sole.
Troppo facilmente si dà del birbante, a cui la sorte è contraria, come del galantuomo a cui la sorte sorrise.