Sogno, quindi esisto.— August Strindberg
Sogno, quindi esisto.
Quando si hanno vent'anni, si pensa di aver risolto l'enigma del mondo; a trent'anni, si comincia a rifletterci sopra, e a quaranta, si scopre che esso è insolubile.
Detesto le persone che hanno un cane. Sono dei vigliacchi che non hanno il coraggio di mordere la gente da sé.
Non bisogna mai gioire della propria giornata prima di aver messo il berretto da notte.
La terra è una colonia penitenziaria dove dobbiamo scontare la pena per i delitti commessi in un'esistenza anteriore.
Ci si accontenta della mediocrità, come di un rifugio, quando si perde la speranza di realizzare la bellezza dei propri sogni.
Il nostro sogno urta contro il mistero come la vespa contro un vetro. Meno pietoso dell'uomo, Dio non apre mai la finestra.
A differenza che nelle grandi difficoltà della vita, nelle piccole cose, nei momenti che passano in un lampo, risplende quella luce misteriosa che si vede quando si realizza un sogno.
Forse c'è qualcosa di peggio dei sogni svaniti: la non voglia di sognare ancora.
Il desiderio ardente di essere e agire è la rampa di lancio da cui deve decollare ogni sognatore. I sogni non nascono dalla pigrizia o dall'indifferenza, né dalla mancanza di ambizione.
Il fragore senza suono che ci è noto da sempre dall'esperienza del sogno, ci viene incontro di giorno dai titoli dei giornali.
Ma sognare è un fiume profondo, che precipita a una lontana sorgiva, ripùllula nel mattino di verità.
Non si deve mai dire a un bambino che i sogni sono sciocchezze: sarebbe una tragedia se lo credesse.
Tutto l'universo cospira affinché chi lo desidera con tutto sé stesso possa riuscire a realizzare i propri sogni.
Rendi forti i vecchi sogni perché questo nostro mondo non perda coraggio.