La massa ha scarsissima capacità di giudizio e assai poca memoria.
La musica è un quietivo della volontà; non lo redime per sempre dalla vita, ma solo per brevi istanti, e non è ancor una via a uscir dalla vita, ma solo a volte un conforto nella vita stessa.
Nessun carattere è tale che possa essere abbandonato a se stesso, ma sempre ha bisogno di essere guidato con massime e concetti.
La grande massa pensa assai poco perché le mancano il tempo e l'esercizio necessari. Ma, così, conserva molto a lungo i suoi errori.
Come la carta moneta al posto dell'argento, così hanno corso nel mondo, al posto della vera stima e della vera amicizia, le dimostrazioni esteriori di esse e i gesti mimati con la massima naturalezza possibile.
Quanto dobbiamo invidiare gli animali per la loro spensieratezza! Nel 99 per cento dei casi, gli animali sono infelici solo quando li rendono tali gli uomini.
Al diritto divino dei re s'è sostituito il diritto meglio che divino delle masse; all'infallibilità del papa l'infallibilità delle maggioranze. Il rivolgimento è grande; non forse altrettanto grande il guadagno.
La massa non fa nessun progresso.
Finché può, la massa accoglie in sé ogni cosa; ma proprio perché accoglie ogni cosa, essa si disgrega.
La massa non si sente mai sazia. Fin quando resta un uomo non ancora catturato da lei, essa mostra il suo appetito.
La massa è un gregge docile che non può vivere senza un padrone. È talmente assetata di obbedienza da sottomettersi istintivamente a chiunque se ne proclami padrone.
Le masse sono rudi, storpie, scomposte, pericolose nelle loro pretese e nella loro influenza, e non hanno bisogno di essere lusingate, ma di essere ammaestrate.
La declamazione dell'autenticità individuale diventa una posa quando si parla contro la massa dimenticando di farne parte.
La massa per me non è altro che un gregge di pecore, finché non è organizzata. Non sono affatto contro di essa. Soltanto nego che essa possa governarsi da sé. Ma se la si conduce, bisogna reggerla con due redini: entusiasmo e interesse. Chi si serve solo di uno dei due, corre pericolo.
La massa degli uomini serve lo stato in questo modo, non come uomini soprattutto, bensì come macchine, con i propri corpi.