Miserabile è chi non ha una donna che ne pianga la morte.
Il ripudio delle nostre stesse parole è il più grande sacrificio che ci viene richiesto dalla verità.
Nell'arte della deduzione, la cosa più importante è il saper vagliare, da un cumulo di fatti, quelli che sono accidentali e quelli che invece sono essenziali. Altrimenti, energia e attenzione vanno sprecate, anziché concentrarsi.
Il modo migliore per recitare una parte è quello di viverla.
Non faccio mai eccezioni. Un'eccezione dimostra la falsità della regola.
Una mezza ammissione è peggiore di una negazione.
Il miserabile, ogni qual volta ha il tempo di pensare, si fa piccolo davanti alla legge e meschino davanti alla società; si getta bocconi, supplica e cerca di toccare il tasto della compassione. Si sente che sa d'aver torto.
Ciò che fa grande la grandezza umana è che si riconosce miserabile; un albero non si riconosce miserabile. Riconoscersi miserabili significa dunque essere miserabili, ma riconoscersi miserabili significa essere grandi.
Tutti i miserabili sono socievoli, sino a far pietà.
I miserabili non hanno compassione, fanno del bene solo su dei forti princìpi di dovere.