La cultura è un ornamento nella buona sorte, un rifugio nell'avversa.
L'abitudine è in qualche modo simile alla natura, giacché "spesso" e "sempre" sono vicini; la natura è di ciò che è sempre, l'abitudine di ciò che è spesso.
Come nelle Olimpiadi sono incoronati non i più belli e i più forti, ma quelli che partecipano alla gara (e tra di essi infatti vi sono i vincitori), così nella vita chi agisce giustamente diviene partecipe del bello e del buono.
Due sono infatti, le cose che portano gli uomini a preoccuparsi e ad amare: ciò che è proprio e ciò che è caro.
L'energia della mente è l'essenza della vita.
L'amicizia è un'anima sola, che vive in più corpi.
Una vasta cultura è una farmacia ben fornita: ma non c'è modo di avere la sicurezza che non ci venga porto del cianuro per curare un raffreddore.
Parlare di cultura è sempre stato contro la cultura. Il denominatore comune "cultura" contiene già virtualmente la presa di possesso, l'incasellamento, la classificazione, che assume la cultura nel regno dell'amministrazione.
Puoi leggere, leggere, leggere, che è la cosa più bella che si possa fare in gioventù: e piano piano ti sentirai arricchire dentro, sentirai formarsi dentro di te quell'esperienza speciale che è la cultura.
Il peggior nemico della cultura è la noia, la mancanza di chiarezza, o l'assenza di creatività.
La cultura è un elemento stabilizzante, non c'è niente di meglio di un museo, di un'opera di Verdi o di un poeta con tanto di riconoscimenti ufficiali per ricacciare il progresso indietro.
La cultura degli uomini è divisa in parti uguali in tre aree stagne e comunicanti secondo convenienza: quella del silenzio, quella dell'omissione, quella dell'omertà. Un vero maschio rivelatore lo misuri solo dalla tenacia del suo coma volontario. Non vede, non sente, non parla.
Quando il sole della cultura è basso, i nani hanno l'aspetto di giganti.
Cultura: l'urlo degli uomini in faccia al loro destino.
L'uomo colto è colui che sa trovare un significato bello alle cose belle. Per lui la speranza è un fatto reale.
La nostra cultura ci ha resi tutti uguali. Nessuno è più veramente bianco, nero o ricco. Tutti vogliamo lo stesso. Individualmente non siamo niente.