Il teatro mi ha rovinato perché lì non c'è nessuno che dirige.
Se un drammaturgo provasse a guardare tutti faccia a faccia, si avrebbe il peggior caso di strabismo dopo che Annibale perse un occhio cercando di contare i suoi diciannove elefanti durante una tempesta di neve mentre attraversava le Alpi.
Senza il teatro non ci sarebbe la televisione e nemmeno il cinema.
Ho avuto la critica più breve che sia mai stata pubblicata. Diceva: "Ieri sera al teatro è stato rappresentato "Domino". Perché?"
Per non lasciar sguarnito il "mio" teatro, costrinsi Paolo Grassi a portare "I Giganti" a Catania. E lui, facendosi precedere dai tir della scenografia, obbedì.
Se fare teatro è il tuo obiettivo, devi lavorare sulla voce, svilupparne le variazioni e la flessibilità, ma soprattutto la capacità di farsi sentire.
E' dai tempi del liceo che la mia vita ruota attorno al teatro.
La tv è divertente, ma in teatro si sente il respiro della gente e la libertà del palcoscenico.
La tv è il posto in cui si appare più piccoli. Il cinema quello dove si appare più grandi. Il teatro quello in cui si appare più veri.
Nella vita privata sono molto riservato, mentre sul palco mi apro.
Il teatro è una vera palestra. Come tutti quelli che fanno questo mestiere ho scoperto che si deve studiare e mettersi alla prova ogni giorno, sfidando il giudizio di un pubblico che paga.