Ahimè al cielo, ahimè alla luna sole e stelle mi portan fortuna! Io vivo per soffrire, e vorrei sol morire!
La morte è una caratteristica acquisita.
Dove non è spirito che svegli la vita in qualsivoglia cosa, è morte.
La morte è un destino migliore e più mite della tirannia.
I morti non soffrono di essere morti e i vivi non soffrono se non perché vivono.
C'è una fine per tutto e non è detto che sia sempre la morte.
Entriamo nel sonno per un atto di egoismo giornaliero: nella morte per un egoismo definitivo.
La più strana di tutte le stranezze finora da me udite, m'è sembrata quella che l'uomo debba aver paura della morte, sapendo che la morte, un fine necessario e inderogabile, verrà quando verrà.
La morte è sempre e dovunque terribile per una creatura che è nata e che non ha vissuto. Che non ha vissuto affatto: capisci, che non ha vissuto!
Non vorremo morire. Ogni vita è una successione di idee che non si vorrebbe interrompere.
La morte non mi fa paura, non mi ha mai fatto paura, non vedo l'ora che arrivi, solo mi dà noia la durata del viaggio prima che io torni a vivere, perché questo è sicuro, altrimenti vuol dire che il sole, le stelle, il mare, il vino, le donne, tutto ciò non esiste, e questo non può essere.