L'amore è una caccia in cui il cacciatore deve farsi inseguire dalla selvaggina.
— Alphonse Karr
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La nostra interpretazione
L’immagine della caccia evoca un movimento fatto di astuzia, desiderio e distanza calcolata. L’amore non viene presentato come un semplice incontro spontaneo, ma come una dinamica in cui il ruolo di chi desidera non è quello di avanzare in modo diretto e aggressivo. Al contrario, per far nascere un legame autentico, chi desidera deve saper creare lo spazio perché l’altro scelga, desideri, rincorra a sua volta. Il paradosso sta proprio nel fatto che il presunto cacciatore deve trasformarsi in preda, accettando di perdere il controllo assoluto e di esporsi.
Questo capovolgimento suggerisce che l’attrazione più intensa non nasce dalla conquista unilaterale, ma dal reciproco gioco di ricerca e fuga. Il sentimento viene così associato alla libertà, alla capacità di non possedere l’altro, ma di lasciargli la possibilità di avvicinarsi spontaneamente. La strategia, se così si può chiamare, è quella di rendersi degni di essere inseguiti: non attraverso la manipolazione, bensì attraverso il proprio valore, il proprio fascino, la propria autenticità. In questa prospettiva, l’inseguimento non è violenza, ma scelta reciproca; non è cattura, ma incontro che avviene solo quando entrambi, pur partendo da posizioni diverse, decidono di andare l’uno verso l’altro.