L'ordine è la prima legge del cielo.
Quando gli uomini diventano virtuosi in vecchiaia, semplicemente sacrificano a Dio gli avanzi del diavolo.
Chi dovrà decidere, se dei dottori sono in disaccordo?
Errare è umano, perdonare è divino.
Chiunque creda di vedere cosa senza difetti, pensa quello che non è mai stato, né esiste, né mai sarà.
Che atroci offese nascono da cause amorose, che dispute pesanti sono generate da cose banali.
Ma noi non vogliamo la violenza, o la vendetta! Noi vogliamo l'ordine. Noi siamo i novelli crociati. E dobbiamo infondere coraggio ai nostri giovani! Loro aspettano soltanto un segno da noi! E allora diamoglielo, questo segno!
Affinché il caos si lasci trasformare in un ordine nuovo, prima dobbiamo riconoscerlo e viverlo.
La massa dei mortali è fatta di sonnambuli, e all'ordine non conviene mai che escano dal sonno, perché diventerebbero ingovernabili.
L'arte del progresso è di preservare l'ordine in mezzo al cambiamento e di preservare il cambiamento in mezzo all'ordine. La vita rifiuta di essere imbalsamata viva.
Cercare, preparare, disporre, controllare, ricordare, mantenere le promesse costa fatica.
L'arte del progresso consiste nel preservare l'ordine di fronte al cambiamento e nel preservare il cambiamento di fronte all'ordine.
Il sacro è l'agitazione prodiga della vita che, per durare, l'ordine delle cose incatena, e che l'incatenamento tramuta in scatenamento, in altri termini in violenza.
Perché è questo che facciamo noi animatori: ristabiliamo l'ordine con l'immaginazione, infondiamo speranza, senza sosta.
Ordine vuol dire la cosa giusta al posto giusto e al momento giusto. Sono i confini a determinare quali sono le cose, i luoghi e i momenti giusti.
Se tutto converge all'uno, si mette per forza in ordine; il disordine c'è quando non c'è un «uno» verso cui, in funzione di cui andare.