La gente fa così, è cattiva con quelli che perdono.
Perché non dovremmo essere capaci di scambiare la depressione per una forma di eleganza, e l'infelicità per una colorazione appropriata della vita?
Rinunciare ai cavalli, alla civiltà dei cavalli, era forse la ritirata strategica necessaria, la inevitabile perdita di anima, per ottenere lo sviluppo di un'energia che non sarebbe poi apparsa, obbiettivamente, come una barbarie.
Sapete, è geniale questa cosa che i giorni finiscono. E' un sistema geniale. I giorni e poi le notti. E di nuovo i giorni. Sembra scontato, ma c'è del genio. E là dove la natura decide di collocare i propri limiti, esplode lo spettacolo. I tramonti.
L'errore annulla qualsiasi passato nell'istante in cui arriva a bruciarti qualsiasi futuro. L'errore azzera il tempo, qualsiasi tempo.
Quella guerra la vincemmo con un cavallo di legno, immane, riempito di soldati. La vincemmo con l'inganno, non con la lotta a viso aperto, leale, cavalleresca.
L'affabilità di certa gente è assai più pericolosa della violenza di individui meno raffinati.
Com'è fatta la gente! Che non può vedere un po' di bene a nessuno, e anche se non hanno bisogno di nulla invidiano il pane che si mangia e le speranze che vengono su.
È sciocco dividere la gente in buona e cattiva. La gente è o incantevole o noiosa.
La gente e il suo bisogno di essere governata sono una gran rogna.
Non c'è niente da fare con quello che pensa la gente, se non badarci il meno possibile.
Pochi possono dirsi: "Sono qui". La gente si cerca nel passato e si vede nel futuro.
La gente è strana: si infastidisce sempre per cose banali, e poi dei problemi gravi come il totale spreco della propria esistenza, sembra accorgersene a stento.
In natura non esiste nulla di così perfido, selvaggio e crudele come la gente normale.
La gente è il più grande spettacolo del mondo. E non si paga il biglietto.