Bisogna amarsi molto per suicidarsi.
La verità germoglierà dall'apparente ingiustizia.
Cultura: l'urlo degli uomini in faccia al loro destino.
C'è un solo problema filosofico veramente serio: il suicidio. Giudicare se la vita vale o non vale la pena di essere vissuta significa rispondere alla questione fondamentale della filosofia.
La nostra sola giustificazione, se ne abbiamo una, è di parlare in nome di tutti coloro che non possono farlo.
Non si tratta più di spiegare e risolvere, ma di provare e descrivere: tutto comincia dall'indifferenza perspicace.
Morire è essere totalmente altri. Per questo il suicidio è vigliaccheria; è offrirci completamente alla vita.
Chissà se non c'è una differenza fra togliersi la vita e darsi una morte?
A volte ci vuole più coraggio a non suicidarsi che a suicidarsi.
Il suicidio dimostra che ci sono nella vita mali più grandi della morte.
Una volta sposati, non rimane niente, neppure il suicidio, ma soltanto l'essere buono.
È un suicidio vivere all'estero. Ma come sarebbe essere a casa? Un persistente disfacimento.
Per la maggior parte della gente il suicidio è come la roulette russa.
Quello a Marty Lee Drawitz. È fissato con l'igiene. Si fa spedire i prodotti per l'igiene personale dal Wisconsin. È anche il suo compagno di stanza quindi cominci pure a pensare al suicidio.
La presente condizione dell'uomo, obbligandolo a vivere e pensare ed operare secondo ragione, e vietandogli di uccidersi, è contraddittoria. O il suicidio non è contro la morale sebben contro natura, o la nostra vita, essendo contro natura, è contro la morale. Questo no, dunque neppur quello.
I suicidi sono omicidi timidi. Masochismo invece che sadismo.