C'è il pericolo di cambiare troppo nella ricerca della perfezione.
Quando l'umanità si è evoluta con successo in un suo ramo, questa sua perfezione selettiva rischia di farsi ingiusta, si evidenza rispetto all'insieme, alla media, come decadente e finisce come in un vicolo cieco biologico o viene travolta dai più forti.
Non mostra di essere veramente grande chi bada ad ogni piccolezza.
Ho una personalità autolesionista e sono una perfezionista che fa troppi errori: tre passi avanti e uno indietro.
Un ordine perfetto è il fondamento di tutte le cose.
Vicino alla perfezione è l'uomo che perdona a tutti, come se egli peccasse ogni giorno, e chi si astiene dal peccato, come se non perdonasse a nessuno.
La voce dell'opera si è fermata con la Callas, una perfezionista, nel senso che perfezionava i suoi difetti, come tutti i geni. Trovare e cestinare. Di questo si tratta.
Tutti noi abbiamo bisogno di mezzi per accettate l'imperfezione che fa parte dell'essere umano. Credo che la coca sia l'unico non-miracolo scambiato per miracolo.
Sai cos'è che mi fa rabbrividire di più? Sono tutti quei voti alti che prende. Sempre nove, dieci, sempre il massimo. C'è qualcosa di spaventoso in quei voti.
L'idea del perfetto non è idea ma desiderio.
Da quando scalo e arrampico, ho stima di tutte le creature che lo fanno meglio di me, dal ragno all'orango. Ammiro la mancanza di sforzo, l'eleganza che è sempre il risultato di un risparmio di energia. Penso agli animali per desiderio della loro perfezione. Sono i miei patriarchi, i miei maestri.