21 frasi, citazioni, aforismi
La montagna più alta rimane sempre dentro di noi.
Non voglio togliere a nessuno la libertà di andare, ma mi ribello a questa voglia di cancellare il passato, di ignorarlo, di procedere più rapidamente.
La realtà è il cinque per cento della vita. L'uomo deve sognare per salvarsi.
Non esistono proprie montagne, si sa, esistono però proprie esperienze. Sulle montagne possono salirci molti altri, ma nessuno potrà mai invadere le esperienze che sono e rimangono nostre.
Non è forse vero che il volto più affascinante delle cose è proprio nel riflesso del sogno che le stesse cose sanno nutrire? Sono stati sempre quei grandi silenzi a sedurre la mia immaginazione.
Coraggio, soprattutto a livello individuale, è anche volontà civile e responsabile di non rassegnarsi all'incalzante degrado morale. E infine quella buona cosa che consiste nel saper pagare sulla propria pelle i propri errori: virtù assai rara oggigiorno ma per questo ancor più apprezzabile.
Il sacrificio è il filtro fondamentale della vita.
La solitudine è indispensabile per l'uomo perché acutizza la sensibilità ed amplifica le emozioni.
La montagna se praticata in un certo modo è una scuola indubbiamente dura, a volte anche crudele, però sincera come non accade sempre nel quotidiano.
La rappresentazione del tramonto, ossia quella specie di miracolosa irrealtà che il morire del giorno sa creare, e che, se il tempo non muta, si ripeterà il mattino seguente con il sorgere del sole.
Siamo giunti al quarantesimo anniversario della conquista del K2, e il CAI, finalmente, annuncia la tanto attesa revisione storica dell'assalto finale alla grande montagna.
L'Italia è un paese di complici, dove non esiste solidarietà tra onesti, ma solo scambio tra diversi interessi.
Così il CAI Centrale si limita a «riconoscere a Bonatti il giusto merito per l'apporto alpinistico da lui dato alla vittoria del K2»... E chi mai, fin dall'inizio, ne aveva dubitato? Risultò insomma, tout court, una finta, assurda e persino ridicola revisione storica.
La montagna mi ha insegnato a non barare, a essere onesto con me stesso e con quello che facevo.
Negli assoluti silenzi, negli immensi spazi, ho trovato una mia ragione d'essere, un modo di vivere a misura d'uomo.
Morire di fame è assai meno doloroso che morire di non libertà.
Io chiedo a una scalata non solamente le difficoltà ma una bellezza di linee.
Le grandi montagne hanno il valore degli uomini che le salgono, altrimenti non sarebbero altro che un cumulo di sassi.
Ma è proprio qui che si manifesta il bluff del Club Alpino Italiano, ovvero l'inganno di considerare, come pretesa revisione storica, una motivazione niente affatto pertinente alla reale «pietra dello scandalo». Cosa quindi mai da nessuno ritenuta «sospetta».
Non esiste, come qualcuno teorizza, la scalata moderna, antica o futura. Esiste soltanto la scalata, e come tale non è che un mezzo convenientemente adattato alla propria etica per raggiungere le proprie aspirazioni.