21 frasi, citazioni, aforismi
Il tedesco è sicuro di sé nel modo peggiore di tutti, nel più energico e nel più ripugnante dei modi, perché si immagina di conoscere la verità, cioè una scienza che s'è inventata lui stesso, ma che per lui è l'assoluta verità.
I tedeschi sono come le donne, non potete scandagliarne le profondità; non ne hanno.
I tedeschi si distinguono, rispetto a tutte le altre nazioni, per la trascuratezza nello stile come nei vestiti, e ambedue le sciatterie sono dovute alla stessa causa che risiede nel carattere nazionale.
I tedeschi temono Dio, ma nient'altro al mondo.
Hitler in pochi anni ha trasformato i tedeschi in ebrei, e oggi tedesco è divenuto una parola dolorosa come ebreo.
Da che mondo è mondo, i tedeschi sono stati sconfitti da tutti. E non hanno mai disfatto nessuno. Soltanto si sono disfatti fra loro.
Ogni sostenutezza, pesantezza, pomposa goffaggine, ogni specie di stile interminabilmente prolisso e tedioso hanno trovato nei Tedeschi uno sviluppo estremamente ricco di varietà.
La caratteristica dei Tedeschi è che per loro il problema "che cos'è tedesco?" resta sempre aperto.
L'anima tedesca è tutta un intrico di labirinti, in essa ci sono caverne, nascondigli, trabocchetti; molta parte ha nel suo disordine l'attrattiva del misterioso; ben conosce il tedesco i segreti sentieri che portano al caos.
Il tedesco è pressoché incapace del "presto" nella sua lingua: dunque, come si può logicamente concludere, è altresì incapace di molte delle più squisite e temerarie "nuances" del libero pensiero, del pensiero proprio degli spiriti liberi.
I tedeschi sono più inafferrabili, più vasti, più contraddittori, più sconosciuti, più incalcolabili, più sorprendenti, perfino più terribili di quanto lo siano stati altri popoli, essi sfuggono alla "definizione".
I Tedeschi si definiscono anche il popolo di Schopenhauer, mentre Schopenhauer era così modesto da non ritenersi affatto il pensatore dei Tedeschi.
I tedeschi sono esenti dall'orgoglio nazionale e forniscono in tal modo una prova della loro lodata onestà.
Il tedesco odia in tutte le cose l'ordine, la regola e la legge: egli ama il suo arbitrio individuale e il proprio capriccio, conditi con un po' di insipida equità, secondo il suo acuto giudizio.
Il vero carattere nazionale dei tedeschi è la pesantezza: essa risalta nel loro modo di camminare, nel loro modo di agire, nella loro lingua, nei loro discorsi e racconti, nel loro modo di intendere e di pensare, ma in modo del tutto particolare risalta nel loro stile letterario.
Wieland considera una disgrazia l'esser nati tedeschi: Burger, Mozart, Beethoven, ed altri ancora gli avrebbero dato ragione, e io pure.
Quando il tedesco che sa di lettere si tuffa in una frase, non lo vedi più finché non emerge dall'altra parte del suo Atlantico con il verbo in bocca.
A noi Tedeschi non mancò mai la cultura scientifica: mancò spesso invece la forza di volontà e di decisione.
Chi parla d'una missione del popolo tedesco sulla Terra, deve sapere che questa può solo consistere nella formazione d'uno Stato ravvisante il suo compito supremo nella conservazione e nell'incremento degli elementi più nobili, rimasti illesi, della nostra nazione; anzi, dell'intera umanità.
Nessun popolo dovrebbe più del popolo tedesco imparare la storia: ma esso ne fa pessimo impiego.