I santi sono gli unici uomini veramente e pienamente realizzati.
In Dio tutto si capirà, tutto si scuserà, tutto si perdonerà.
La misericordia è per ogni tipo di comunità quello che è l'olio per il motore. Se uno si mette in viaggio su un'auto che non ha neppure una goccia d'olio nel motore, dopo pochi minuti vedrà andare tutto in fiamme.
Il problema delle persone, soprattutto nell'amore, è che si vuole possedere l'altro. E quando, anziché il dono, c'è il desiderio di possesso, si inquina tutto. Molti matrimoni falliscono per questo.
Dio soffre con noi, non si limita a guardare da lontano noi che soffriamo.
Dio ci scampi anche dai santi!
Neppure i santi del Signore sono in grado di narrare tutte le sue meraviglie.
Il santo piange, ed è umano. Dio tace. Per questo possiamo amare il santo ma non possiamo amare Dio.
Santo. Peccatore morto, riveduto e corretto.
La vera, forse l'unica identità cristiana è la santità.
La santità altro non è che una proposta di vita che produce un piacere che dura.
Dio ha voluto creare i grandi Santi, che possono essere paragonati ai gigli ed alle rose; ma ne ha creati anche di più piccoli, e questi si debbono contentare d'essere margherite o violette, destinate a rallegrar lo sguardo del Signore quand'egli si degna d'abbassarlo.
Il nostro vero patrimonio umano ce lo portiamo con noi per accrescere il valore nella santità.
I santi non sono quelli che fa la Chiesa ma quelli che noi eleggiamo tali. Solo questi diventano «protettori». [?] Ci sono anche i santi che ci vengono incontro come ombre anonime, avendo rinunciato al guscio inane dell'Io.
Il santo: passa la vita a illustrare le infinite cose che in nessun caso è disposto a fare.