251 frasi, citazioni, aforismi
La bellezza è uno splendore che deve staccarsi da chi la possiede senza lui l'avverta e senza che ci torni sopra.
La bellezza, senza dubbio, non fa le rivoluzioni. Ma viene un giorno in cui le rivoluzioni hanno bisogno della bellezza.
La giovinezza senza la bellezza ha pur sempre del fascino; la bellezza senza la giovinezza non ne ha alcuno.
La maschera è bellezza e la menzogna è l'amore.
La seconda figlia della bellezza è la religione. Religione è amore della bellezza. Il saggio ama proprio lei, la infinita, che tutto abbraccia; il popolo ama i suoi figli, gli dei, che gli appaiono in varie fogge.
Lo studio della bellezza è un duello in cui l'artista urla di spavento prima di esser vinto.
Nessuno comprende che molta parte della bellezza è bontà.
Noi della bellezza crediamo materia la verità morale.
Passa la bellezza, come profumo all'aria, e il suo ricordo sarà un rimpianto. Dura invece la bontà, come l'incenso nel chiuso tabernacolo, la carità fatta non invecchia mai, ed è sempre sorella alla carità da farsi.
Questo nostro caduco e fragil bene ch'è vento ed ombra ed à nome beltade.
Sembra che l'onesto non s'identifichi col bello.
Vi sarà una sola bellezza, e umanità e natura si fonderanno in una universale divinità.
Quando ero piccola, nessuno mi diceva mai che ero carina; bisognerebbe dirlo a tutte le ragazzine, anche se non lo sono.
Bellezza (s.f.). Il mezzo con cui una donna conquista l'amante e terrorizza il marito.
Infelice è colui che non consegue il Bello, il solo Bello. [...] Ciascuno diventi bello e simile al Dio se intende contemplare e Dio e il Bello.
L'uomo è capace di produre il bello solo nella misura in cui, lasciandosi trascinare dal puro desiderio d'amore (éros), si volge dalla bellezza naturale verso questa Idea e ne diviene partecipe contemplandola.
La bellezza della carne, la bellezza spirituale, tutto ciò che concerne la bellezza nasce solo dall'ignoranza e dalle tenebre. Non è consentito sapere e conservare la bellezza.
La bellezza di ciò che è bello non dipende dal gusto del soggetto, ma è inscritta nelle cose, possiede una forza oggettiva.
Non vi è cosa più divina della bellezza, la quale, non appartenendo al corpo e non avendo principio o esistenza se non nello spirito e nella ragione, può essere svelata e appresa da questa parte più divina di noi, quando essa contempla se stessa, unico oggetto degno di lei.
Platone descriveva l'incontro con la bellezza come un corto circuito che ci proietta fuori dal nostro quotidiano, una scossa anche dolorosa di saudade che squarcia il solito orizzonte e ci spinge a desiderare qualcosa che non conosciamo ma di cui misteriosamente abbiamo bisogno.