La perfezione si raggiunge per gradi.
Sono sempre molto allegro, perché da quando mi sono allontanato da quella trappola il mio cuore è leggero come una piuma.
Contro il caso non si può fare nulla e solo Dio può prevedere il futuro.
Viviamo in questo mondo per imparare e per illuminarci l'un l'altro.
Io, è vero, sono volgare. Ma vi giuro che la mia musica non lo è. Allora, c'è un servitore a terra, in ginocchio. E lo sa perché? Non perché vi è costretto, no! Sta solo misurando lo spazio. Sa per cosa? Il letto. Il suo letto nunziale. Per vedere se ci sta! Ah! Ah! Ah!
In questa nostra spaziosa terra, tra l'incommensurabile volgarità e le scorie, chiuso e sicuro nel suo cuore centrale, si annida il seme della perfezione.
Nessuno è tanto perfetto da non avere bisogno qualche volta di ammonimenti o consigli. Ed è uno sciocco senza rimedio colui che non li ascolta.
In un mondo imbastardito e 'negrizzato' sarebbero persi i concetti dell'umanamente bello e sublime.
Quando l'umanità si è evoluta con successo in un suo ramo, questa sua perfezione selettiva rischia di farsi ingiusta, si evidenza rispetto all'insieme, alla media, come decadente e finisce come in un vicolo cieco biologico o viene travolta dai più forti.
Se volete stare bene smettete di interrogarvi sulle conseguenze di ogni vostra azione, nell'ambiziosa illusione di fare sempre e comunque la cosa giusta.
Accettava la fragilità di tutti gli altri, ma quanto a se stesso pretendeva la perfezione, un rigore quasi sovrumano anche nei gesti piú piccoli.
Non sono Mister Perfezione né ho mai desiderato esserlo. Non ho mai vissuto una vita "normale" secondo i canoni convenzionali: nemmeno un giorno in 37 anni. Mi sento speciale, nel bene e nel male. E so che, se non avessi la forza per reggerle, certe cose non mi succederebbero.
Penso che ogni chef, non solo in America, ma in tutto il mondo, abbia una spada a doppio taglio. Indossa due giacche, una da persona perfezionista, purosangue, che odia l'incompetenza; toglie la giacca e diventa poi un perfetto uomo di famiglia.
La perfezione è il più grave errore del burocrate e dell'uomo: la ricerca dell'equilibrio diventa fede in una verità dogmatica.
Un Dio che avesse voluto far fallire l'uomo, gli avrebbe dato come meta la perfezione.