Mentre a Roma si discute, Sagunto è presa.
L'ira è inutile se non è accompagnata dalla forza.
Coloro ai quali per la prima volta arride il successo impazziscono perché non sanno padroneggiare la loro gioia.
L'abbondanza genera fastidio.
Non c'è legge che torni comoda a tutti.
Quando la situazione è a noi favorevole, non si deve agire contro qualcuno con arroganza o violenza.
Roma de travertino, rifatta de cartone, saluta l'imbianchino, suo prossimo padrone.
La grande Roma deve essere quella d'un tempo: il centro della cultura mondiale, e il Vaticano sarà il ghetto del cattolicesimo.
Roma ha parlato, la causa è finita.
Il mondo in cui vivi è di Roma. Sue le leggi. Suo il potere.
La lampada accesa è il simbolo di Roma eterna, Virgilio ne è l'anima vigile e operante.
Roma è la più stupida e prosaica delle città che conosco, senza spazio per chiunque abbia una testa o un cuore.
Seppi da Wacherio che il Bruno fu abbruciato in Roma e che sopportò con costanza il supplicio, asserendo che tutte le religioni sono vane e che Iddio s'immedesima col mondo, col circolo e col punto.
Io non so se Roma pagana gettò più uomini alle belve che Roma cristiana al rogo.
Roma sta bruciando, e il problema non sono quelli che hanno appiccato il fuoco. Quelli sono irrecuperabili. Il problema siamo noi, tutti noi, che non facciamo niente, che manovriamo per restare ai margini delle fiamme.
Nominate Roma; è la pietra di paragone che scernerà l'ottone dall'oro. Roma è la lupa che ci nutre delle sue mammelle; e chi non bevve di quel latte, non se ne intende.