L'accettazione della nevrosi universale risparmia il compito di formarsi una nevrosi personale.— Sigmund Freud
L'accettazione della nevrosi universale risparmia il compito di formarsi una nevrosi personale.
Si ricorre al motto tendenzioso con speciale predilezione per poter aggredire e criticare persone altolocate che pretendono di esercitare un'autorità. In questi casi il motto è una ribellione contro questa autorità, una liberazione dall'oppressione che essa esercita.
Dove sono coinvolte questioni religiose, gli uomini si rendono colpevoli di ogni sorta di disonestà e di illecito intellettuale.
I temi mitologici trovano spiegazione mediante l'interpretazione di sogni. Così, ad esempio, nella leggenda del Labirinto può essere ravvisata la rappresentazione di una nascita anale: i corridoi aggrovigliati sono l'intestino, il filo di Arianna il cordone ombelicale.
Vi sembrerà poco bello o persino un paradosso, ma nondimeno va detto, che diventerà veramente libero e perciò anche felice nella vita amorosa solo colui che abbia superato il rispetto dinanzi alla donna e che si sia abituato all'idea dell'incesto con la madre o con la sorella.
La sofferenza che la nevrosi comporta è proprio ciò che rende preziosa la malattia per la tendenza masochistica.
Nevrotico: uno che può andare dal basso verso l'alto, e viceversa, senza mai toccare il mezzo.
I nevrotici pensano al passato con risentimento, e al futuro con timore; il presente, semplicemente, non esiste.
Ci si potrebbe arrischiare a considerare la nevrosi ossessiva come un equivalente patologico della formazione religiosa e a descrivere la nevrosi come una religiosità individuale e la religione come una nevrosi ossessiva universale.
Ogni dispiacere nevrotico ha questa natura: è un piacere che non può essere avvertito come tale.
Di tutti i cittadini di categoria inferiore, i nevrotici sono gli unici a esserlo per scelta.
Il nevrotico si isola dalla realtà perché la trova nel suo insieme o in una sua parte insopportabile.
Il nevrotico anela toccare il fondo, così almeno non avrà più nulla di cui preoccuparsi.
Il nevrotico crede che la vita abbia un senso, ma che la sua vita non lo abbia.
La via della nevrosi non porta sulla linea dell'attività sociale, non tende alla soluzione dei problemi che sono stati posti, ma sbocca invece nella stretta cerchia familiare e costringe il paziente a finire in una posizione di isolamento.