Quando si è nella merda fino al collo, non resta che cantare.
Solo sedendo e riposando l'anima diventa saggia.
Tutti siamo nati matti. Qualcuno lo rimane.
La morte mi deve scambiare per qualcun altro.
Le lacrime del mondo sono immutabili. Non appena qualcuno si mette a piangere, un altro, chi sa dove, smette.
La vita, si direbbe, è fatta di recidive e anche la morte dev'essere una specie di recidiva.
Il viandante con le saccoccie vuote può cantare in faccia al ladro.
Muoviti nel mondo celebrando, danzando, cantando, simile a un'ape; va da fiore a fiore. Soltanto attraversando tutte le esperienze diventi maturo.
Odio cantare. E anche ballare.
Camminavo cantando a squarciagola lungo i muri ammuffiti del convento delle Carmelitane Scalze, quando una scarpa mi raggiunse alla nuca. "Bugiarde!" gridai.
Quando andavo in cantina a prendere il vino cantavo perché avevo paura del buio... Ecco, sono sempre uguale, continuo a cantare per farmi coraggio nel buio della vita.
La tecnica vocale è una ed una soltanto. Le altre non sono tecniche, sono metodi di canto sbagliati.
La percentuale di incidenza della dote naturale è molto bassa. Per cantare ci vuole anche la voce, ma è l'uso che se ne fa quello che conta.
Alcuni giorni non ci sarà una canzone nel tuo cuore. Canta comunque.
La musica può toccare direttamente il corpo e sconvolgerlo, provocare danza e canto, strappare magicamente l'uomo a se stesso.
Secondo voi ma a me cosa mi frega di assumermi la bega di star quassù a cantare, godo molto di più nell'ubriacarmi oppure a masturbarmi o, al limite, a scopare.