Lo scoraggiamento è la scusa degli imbecilli.
C'è chi incoraggiandolo si scoraggia, e chi scoraggiandolo s'incoraggia.
Una volta nato non ti dovrai scoraggiare, dicevi: neanche a soffrire, neanche a morire. Se uno muore vuol dire che è nato, che è uscito dal niente, e niente è peggiore del niente: il brutto è dover dire di non esserci stato.
Il Signore non vuole affatto che l'anima si trovi nello scoraggiamento e nel dubbio riguardo la sua salvezza.
Non scoraggiarsi mai, è più difficile liberarsi dallo scoraggiamento che dal peccato.
Le tentazioni non impediscono di andare in Paradiso, ma lo scoraggiamento conduce all'Inferno. Non rimanete perciò mai in questo triste stato, se vi capitasse. Chiamate la corte celeste in vostro aiuto con fede; presto vi rialzerete.
La forza di Dio e l'aiuto dei fratelli sono due mezzi potentissimi contro lo scoraggiamento.
Lo scoraggiamento è spesso difetto di obiettività insieme a grave carenza di fede.
Non bisogna mai dire per gioco che si è scoraggiati, perché può accadere che ci pigliamo in parola.
Lo scoraggiamento è da pessimisti, da fatalisti, da pusillanimi. Si accascia chi non ha fibra, chi non ha fede, chi non vede oltre sé stesso, chi non pensa che se il frutto dell'opera sua maturerà troppo tardi perché egli possa gustarlo, lo gusteranno i suoi figli, le generazioni future.
È bene affrontare le difficoltà in gioventù perché chi non ha mai sofferto non ha temprato pienamente il suo carattere. Il samurai che si scoraggia o cede di fronte alla prova non è di alcuna utilità.