L'innamoramento non sarebbe altro che il cavallo di Troia escogitato dall'evoluzione per indurre due persone a unirsi, grazie a uno stato alterato della coscienza, in modo da creare le condizioni perché si riproducano.
— Piero Angela
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La nostra interpretazione
L’innamoramento viene presentato come un meccanismo profondamente radicato nella nostra natura biologica, una sorta di strategia nascosta che guida il comportamento umano. Lo stato emotivo intenso e spesso irrazionale che accompagna l’innamorarsi non è descritto come qualcosa di misterioso o puramente spirituale, ma come uno strumento attraverso cui la vita stessa si assicura di continuare. L’alterazione della coscienza, quella sensazione di perdere lucidità, di idealizzare l’altro, di sentire il bisogno irresistibile di stare insieme, diventa così il motore che spinge due persone a unirsi in modo stabile. In questa prospettiva, il romanticismo non viene negato, ma viene ricondotto a una logica più ampia: l’esigenza della specie di riprodursi e di garantirsi un futuro. L’individuo crede di seguire il proprio desiderio, ma al tempo stesso obbedisce a una legge ancestrale che lo trascende. L’innamoramento non è quindi solo un sentimento, ma un ponte tra dimensione personale e dimensione evolutiva, in cui la libertà soggettiva si intreccia con un disegno biologico profondo e antico.