E come disse il sommo poeta nel cantico trentatré, "Nessuna donna è andata mai in bianco con i Patanè!"
In pista non esiste bianco o nero, ma solo veloce o lento. Non conta nient'altro. Né il colore, né il denaro e neanche l'odio.
Le mestruazioni si arginano con i tampax, sorta di tamponi che si applicano ed esce un filo bianco. E voi ingenuotti vi chiederete certo: se si tira il filo si muovono le braccine?
Ora il mondo è così brutto, perché è un grande e grosso mondo bianco e siamo prosciugati dai nostri stessi colori.
Mio padre mi portava al cinema di continuo. Mi ha raccontato del primo film che ha visto. È entrato in una sala buia e su uno schermo bianco ha visto un razzo volare nell'occhio dell'uomo nella Luna. Gli si è conficcato dentro. Ha detto che è stato come vedere i suoi sogni in pieno giorno.
Il sole si leva, brilla per lungo tempo. Tramonta. Scende ed è perso. Così sarà per gli indiani. Passeranno ancora un paio di anni e ciò che l'uomo bianco scrive nei suoi libri sarà tutto ciò che si potrà ancora udire a proposito degli indiani.
Quando qualcuno ti offre un assegno in bianco, non lo devi mai e poi mai incassare. Non era un concetto che avevo elaborato. Certe volte una verità scavalca il cervello e giunge direttamente dal cuore.
Mio padre era bianco, mia madre era nera, io sono in mezzo, io sono niente, tutto quello che ho è Dio.
Se Fellini mi dicesse: "Albe', ho una parte per te nel mio prossimo film..." Eh, allora come faccio a dire di no? Con Federico ho fatto "Lo sceicco bianco", "I vitelloni", e se so' quello che sono, oggi, lo devo anche a lui, no?
Dio è morto ma resta sempre bianco.
Qui ci troviamo dietro uno specchio a due facce. Il bianco è nero. E il nero è bianco.