Bacio! Primula nel giardino delle carezze!
Sono l'Impero alla fine della decadenza, che guarda passare i grandi Barbari bianchi componendo acrostici indolenti in uno stile d'oro dove danza il languore del sole.
Amami, perché, senza te, niente posso, niente sono.
L'inferno è l'assenza.
I lunghi singhiozzi dei violini d'autunno feriscono il mio cuore d'un monotono languore.
Povera gente! L'Arte non è sbriciolare la propria anima; è di marmo o no, la Venere di Milo?
Ma anche io come Pinocchio vendo il mio abbecedario per un bacio d'amore.
Quando le donne si baciano, ricordano sempre i pugili professionisti quando si stringono la mano.
Non baciare la moglie del tuo prossimo, a meno che questi non accarezzi la tua.
Il bacio è un dolce scherzo che la natura ha inventato per fermare i discorsi quando le parole diventano inutili.
Mi chinai per darle il bacio della buonanotte, ma d'un tratto il bacio si fece selvaggio, un incendio, un uragano. Non potevo fermarmi.
Un bacio legittimo non vale mai un bacio rubato.
È dolce quello che tu mi dici, ma più dolce è il bacio che ho rubato alla tua bocca.
Beati coloro che si baceranno sempre al di là delle labbra, varcando il confine del piacere, per cibarsi dei sogni.
E un giorno o l'altro, di sorpresa, ti prenderò fra le mie braccia snelle per mostrarti le strade de l'inferno fatte di baci e d'altre cose belle...
Bacio che sopporti il peso della mia anima breve in te il mondo del mio discorso diventa suono e paura.