Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola.
Mi uccideranno, ma non sarà una vendetta della mafia, la mafia non si vendica. Forse saranno mafiosi quelli che materialmente mi uccideranno, ma quelli che avranno voluto la mia morte saranno altri.
Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene.
La lotta alla mafia dev'essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità e quindi della complicità.
L'impegno contro la mafia, non può concedersi pausa alcuna, il rischio è quello di ritrovarsi subito al punto di partenza.
Una volta il prete cattolico le si era avvicinato proprio al Queen's Hotel sfoderando l'accendino senza darle il tempo di tirar fuori i fiammiferi. Lei lo ringraziò, ma evitò di conversare, per paura che cercasse di convertirla.
L'assenza di paura è il primo requisito della spiritualità. I codardi non possono mai essere morali.
Chi vi vuole bene, vi fa paura.
A volte, come i bambini che hanno timore del buio, così noi temiamo, alla luce del giorno, per cose altrettanto inconsistenti di quelle di cui al buio ha paura il bambino.
Nessuna passione priva la mente così completamente delle sue capacità di agire e ragionare quanto la paura.
Non vivere con la paura di morire, ma muori con la gioia di aver vissuto.
Se tu permetti alla tua luce di splendere, tu inconsciamente dai agli altri il permesso di fare lo stesso. Così tu sei liberato dalle tue paure, la tua presenza automaticamente libera gli altri.
La miseria ha questo di buono, che elimina la paura dei ladri.
Consiglio che una volta sentii dare a un giovane: "Fai sempre quel che hai paura di fare".
Il coraggio è dominare la paura, non l'assenza di paura.